Dipendenza da videogiochi, dipendenza da cellulare, eccessivo uso del pc…
Può variare il modo in cui vengono chiamate, ma la sostanza è sempre la stessa.
Vedi tuo figlio costantemente impegnato davanti al pc o al televisore e ti chiedi se sia normale o patologico.
Nella mia esperienza clinica, ho visto che il più delle volte i genitori si preoccupano di due cose:
- La quantità di tempo che i loro figli trascorrono connessi a internet o ad un videogioco.
- L’impotenza provata nello riuscire a ridurre il tempo trascorso davanti allo schermo.
“Quanto farà male a mio figlio passare tutto questo tempo a giocare o a navigare in Internet?”
“Perchè i miei continui interventi per fargli interrompere la sua attività o per farlo venire a cena non sembrano sortire alcun effetto?”
“Dove sbaglio?” “Dipende da me o da lui?”
Sono questi esempi di domande che mi capita spesso di ascoltare, e che sono solitamente un buon punto di partenza per vedere insieme ai genitori come può essere possibile sentirsi meno preoccupati e più efficaci nel proprio ruolo educativo.
Da parte loro i ragazzi tendono ad usare la parola “dipendente” in maniera colloquiale, ovvero per indicare la sensazione di trascorrere tanto tempo davanti al pc o sul proprio smartphone.
Alle volte sono essi stessi preoccupati o infastiditi dall’effetto che fà su di loro la vita virtuale.
Una volta un ragazzo mi spiegò molto chiaramente come fosse difficile per lui aspettare più di cinque minuti prima di rispondere ad un messaggio. Si sentiva in dovere di rispondere subito. L’attesa gli procurava un forte stato d’ansia.
In base alla mia esperienza credo che una delle maggiori paure sperimentate dai ragazzi rispetto al loro rapporto con la tecnologia, sia legata alla sensazione di perdere il controllo, di non riuscire più a gestire il proprio tempo, di perdere la propria libertà.
Come puoi aiutarli?
- Interessati di quello che fà quando naviga su Internet. Cerca di farlo non per finta, ma provando realmente a comprendere cosa ci sia di tanto attraente e stimolante nello stare incollato al PC.
- Proponigli di organizzare alcune attività da fare insieme al PC. Potrebbe essere giocare insieme ad un videogioco, oppure vedere chi è più bravo a trovare un certo tipo di informazioni. La cosa importante è condividere l’esperienza insieme.
- Stabilite insieme dei limiti. Per quanto tempo utilizzare Internet? In che momenti della giornata? prima o dopo aver studiato?…Diventa fondamentale per tuo figlio sapere quali sono i confini entro cui muoversi. Non averli non significa essere libero, ma sentirsi perso.
- Per quanto ti è possibile fargli conoscere altre attività, proponigli uno sport o una disciplina da imparare. Permettigli di fare esperienza fuori casa dove possa trovare amici e interessi.
- Presta attenzione a segnali che possano indicare uno stato depressivo (vedi articolo sulla depressione in adolescenza). – Non smettere mai di aver fiducia in lui. Potrà sembrarti banale, ma il sentire che un genitore o un insegnante crede in te è l’antidoto più forte contro qualunque tipo di dipendenza.
L’uso eccessivo di Internet può nascondere una psicopatologia?
Se tuo figlio sembra trascorrere un tempo elevato davanti al Pc o al tablet, e se a ciò si unisci la tendenza a trascorrere molto tempo da solo, senza interagire con altre persone (anche a livello virtuale), potrebbe essere che la dipendenza da Internet, nasconda in realtà altre problematiche psicologiche o relazionali.
Potrebbe essere che più che parlare di dipendenza, sia il caso di approfondire la capacità del ragazzo di instaurare relazioni sociali, o la presenza o meno di uno stato depressivo.
L’isolamento è sempre un importante campanello d’allarme della salute psicofisica di un adolescente.
Mi capita spesso di ascoltare genitori che mi raccontano di quanto tempo loro figlio passi a giocare ai videogiochi. Tuttavia, approfondendo la situazione scopro che in molti casi l’attività online è anche uno spazio sociale. Il ragazzo non gioca da solo, ma sfida altri giocatori virtuali, con i quali, pian piano, si crea anche una sorta di amicizia. Con il passare del tempo i giocatori si conoscono e iniziano a sentirsi anche al di fuori del tempo trascorso a giocare.
Tale situazione è da differenziare rispetto a ragazzi che hanno una modalità solitaria nella loro relazione con la tecnologia. Non la utilizzano mai per relazionarsi con altri coetanei, ma solo come spazio alternativo alla loro realtà quotidiana.
Può essere che tuo figlio passi molto tempo a giocare ai videogames, invece che a dedicarsi alla scuola o a vedere gli amici, perchè soffre di ansia sociale, oppure si sente depresso, o ha disturbi particolari come ADHD, o disabilità di apprendimento. In questi casi quella che può sembrare dipendenza da Internet, è in realtà una strategia più o meno adattiva per superare problematiche ben più complesse e profonde.
Alle volte il confronto con un esperto può aiutare a vedere le cose in maniera più lucida e obiettiva, e può prevenire un peggioramento dei sintomi.
Se pensi che tuo figlio soffra di ansia, depressione, o ti sembra che faccia un uso eccessivo della tecnologia puoi contattarmi compilando il form sottostante.
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