“Non c’è la faccio”, “non ho voglia”, “ho cambiato idea”, oppure, “non fa per me”, “non mi piace più”, sono esempi di frasi che spesso puoi sentire pronunciare da tuo figlio, o da un tuo alunno. 

Spesso, puoi pensare che sia mancanza di voglia, scarsa motivazione. Probabilmente in alcune occasioni potrebbe essere vera questa ipotesi.

Nella mia esperienza ho potuto osservare come dietro un atteggiamento di rinuncia ci sia un profondo senso di sfiducia verso se stessi. L’adolescente ha un immagine di Sé negativa, crede di non essere capace, di essere sempre meno bravo degli altri, non all’altezza di realizzare qualcosa che magari egli stesso si era messo come obiettivo.

So bene che non è facile comprendere cosa si cela dietro un comportamento o un atteggiamento di un ragazzo o di una ragazza. Alle volte non accettano di parlare e di esprimere a voce quello che gli passa per la testa.

È bene, quindi, tenere presente che l’autostima nei bambini e negli adolescenti è fondamentale per cimentarsi, sia nelle piccole attività quotidiane, così come nelle grandi passioni o nei grandi progetti (sport, musica, o altri hobbies particolari).

Se l’autostima è fragile, è facile che la voglia di abbandonare arrivi presto e gli impedisca di portare a compimento quello che avevano iniziato.

Proprio come una casa costruita sull’acqua, se le fondamenta non sono solide, sarà ben difficile che possa resistere alle mareggiate e alle intemperie che la natura le porrà davanti.

Per l’adolescente le intemperie possono corrispondere alla fatica, a una sconfitta, all’errore durante una prestazione, alle critiche da parte degli amici, ad una figuraccia davanti ai propri genitori. Ovviamente, lungo il percorso sono molti gli ostacoli che possono trovare, pertanto hanno bisogno di un buon bagaglio di armi per andare avanti.

Quali possono essere queste armi?

1) La fiducia è la più importante.

Avere dentro di sé una voce che sussurra “c’è la posso fare” può fare la differenza in certi momenti critici della vita.

La fiducia viene costruita quotidianamente fin dai primi mesi di vita. La relazione che si instaura tra madre e figlio nei primi tre anni di vita determina molto di quello che sarà il senso di sicurezza interno del bambino.

Certamente anche il padre ha un ruolo importante nel costruire un immagine di sé positiva, capace di affrontare le sfide della vita, capace di infondere coraggio e determinazione.

Senza entrare nei dettagli di quello che ci dice la Teoria dell’Attaccamento e i vari modelli teorici attorno all’importanza delle figure genitoriali nel modellare la personalità del bambino, basta sapere che il modo in cui i genitori riescono ad assolvere ai bisogni di cura e di sicurezza del proprio figlio, evitando comportamenti troppo accudenti o di eccessiva trascuratezza, incide sullo sviluppo dell’autostima del proprio figlio.

2) L’accettazione. 

C’è una significativa frase di Rogers che descrive bene questa parola: “Se mi accetto così come sono, allora potrò cambiare”. 

L’accettare i tuoi difetti, i tuoi limiti, le parti del viso che non ti piacciono, quell’aspetto del tuo carattere che detesti è la prima cosa che puoi fare per innescare un cambiamento. 

Vasco Rossi esprime lo stesso concetto in una celebre sua canzone, “Guarda dove vai”. All’interno della canzone c’è una frase: “se non ti piaci vedrai…Non cambierai”. 

Personalmente mi ha sempre colpito questa frase. Ci ho messo del tempo a comprenderla fino in fondo.
Piacerti, accettare quello che sei, ti porta a vivere uno stato emotivo differente nei confronti di te stesso..
Vedere parti di te che ritenevi negative, con uno sguardo positivo, ti porterà a vivere maggiori sensazioni di benessere e fiducia verso te stesso, e questo può essere l’inizio di una trasformazione.
Il ruolo del genitore, come di qualunque altra figura educativa è fondamentale per favorire questo processo già nei bambini. 

3) La responsabilità.

Quanto ti ritieni responsabile di ciò che ti capita? Quanto pensi giochi la sfortuna, o il destino nelle cose negative che ti capitano? Quante volte è colpa degli altri?

Spostare all’esterno la causa di tutto quello che ti succede nella vita, non ti aiuta ad avere autostima.

Sicuramente non dipende tutto da noi, ci sono eventi esterni che possono influire su alcune situazioni della nostra vita, basta pensare alla salute di un nostro caro, ad un evento catastrofico di tipo naturale.

Ricordati però che tu puoi sempre decidere come reagire a questi eventi, o comunque il modo in cui reagisci ha sempre a che fare col tuo modo di essere , col tuo modo di interpretare la realtà. 

Un percorso di psicoterapia può sicuramente aiutare genitori e figli a comprendere meglio quali possono essere le modalità più costruttive per rispondere agli eventi esterni ed imparare come assumersi la responsabilità del proprio stato di benessere. 

Se vuoi maggiori informazioni su come è possibile migliorare la propria autostima, o vuoi fissare un primo appuntamento, puoi contattarmi utilizzando il form sottostante. 

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