Hai mai sentito parlare di Disturbo Ossessivo Compulsivo?
Molto più frequente di quel che si possa pensare, il disturbo ossessivo-compulsivo nei bambini e negli adolescenti può causare molta sofferenza e rendere la vita molto complicata.
L’immagine tipica che ti verrà in mente quando pensi ad una persona con DOC, è di qualcuno che è costretto a ripetere continuamente dei comportamenti apparentemente privi di senso. Chiudere più volte una porta, lavarsi ripetutamente le mani, toccarsi più volte il naso, compiere sempre lo stesso percorso più volte al giorno, piegare i vestiti sempre nella stessa maniera, etc…
La persona con DOC ha dei pensieri intrusivi che si presentano continuamente nella propria mente. Questi pensieri solitamente sono carichi di angoscia e paura.
Questi pensieri vengono definiti “ossessioni”, e possono essere tenute sotto controllo solo grazie alla messa in atto di azioni o comportamenti rituali, appunto le compulsioni.
Tuttavia, non sempre le compulsioni si manifestano sotto forma di azioni concrete, ma possono assumere anche una forma mentale. Ovvero, delle vere e proprie azioni mentali che la persona sente di dover fare per tenere a bada il contenuto angoscioso del pensiero ossessivo.
Cosa sono le compulsioni mentali?
Tutti i ragazzi che presentano un disturbo ossessivo-compulsivo hanno dei pensieri ricorrenti che li preoccupano. Tuttavia, non tutti hanno anche delle vere e proprie compulsioni. Ovvero, alcuni di essi invece che sentirsi costretti a mettere in atto delle azioni fisiche (chiudere la porta, toccarsi il naso, accendere e spegnere l’interruttore), hanno la necessità di compiere compulsioni mentali, ovvero azioni nella propria mente come, ad esempio, contare, ripetere più volte delle stesse parole, ripetere a voce alta un certo pensiero su una cosa alla scopo di tranquillizzarsi, etc…
Queste compulsioni hanno lo stesso scopo di quelle fisiche, ovvero abbassare il livello d’ansia provocato dai pensieri ossessivi.
“se faccio questa cosa, quella determinata cosa non succederà”. “se ripeto la tabella del due dieci volte, mia madre non morirà”.
La compulsione, sia essa a livello fisico o mentale, ha sempre il fine di tenere sotto controllo l’angoscia.
Certamente, alle volte ci possono essere ragazzi che manifestano compulsioni a livello fisico, sia a livello mentale. Per esempio, un ragazzo potrebbe sentirsi obbligato a dover riordinare le penne sempre allo stesso modo e, allo stesso tempo, dover ripetere nella sua testa determinate parole.
Come riconoscere se tuo figlio soffre di compulsioni mentali?
Non è sempre facile comprendere quello che succede ai propri figli. Soprattutto, quando non ci sono dei comportamenti evidenti che ci fanno scattare un allarme.
Un ragazzo che soffre di un DOC classico, tendenzialmente sarà più facile da “scoprire” poiché potresti notarlo mentre mette in azioni le sue compulsioni (lo vedi chiudere più volte la porta, lo vedi mettersi a posto più volte il vestito, mettersi e togliersi gli occhiali).
Invece, se un ragazzo sviluppa maggiormente compulsioni mentali può essere più difficile accorgersene.
Alcuni segnali potrebbero essere questi:
– ti sembra distratto e con la testa altrove
– ti sembra preoccupato per qualcosa
– tende ad isolarsi
– si intrattiene meno a fare cose che una volta lo divertivano.
Mi rendo conto che questi sono atteggiamenti riscontrabili anche in altri disturbi, infatti spesso c’è il rischio anche da parte degli esperti di confondere il disturbo ossessivo con altre manifestazioni ansiose.
La chiave è sempre quella di essere vigili e attenti verso i propri figli, e di domandargli se ci sono cose che lo preoccupano.
Chi soffre di DOC tende a provare vergogna e imbarazzo per quello che gli capita, per questo preferisce nascondere i propri comportamenti e non dire nulla a nessuno.
Tuttavia, ad un certo punto il livello di sofferenza diventa insostenibile, e il ragazzo manda dei segnali di richiesta d’aiuto.
Spesso, i bambini o i ragazzi con DOC tendono a fare domande ai genitori in cerca di rassicurazione.
Se noti che tuo figlio ti fa domande del tipo:
“abbiamo chiuso la porta a chiave?”;
“ho chiuso il mobile della mia stanza?”,
“non ricordo se mi sono lavato i denti”,
potrebbe essere un segno di un disturbo ossessivo-compulsivo.
Infatti, la continua ripetizione di queste domande ha lo scopo di ridurre l’ansia percepita attraverso la ricerca di rassicurazione da parte di qualcuno di cui si fidano.
Alle volte questi comportamenti da parte dei figli possono farti sentire frustrato perché non riesce a comprenderne bene il motivo. Soprattutto questo capita quando ti trovi davanti a richieste del tipo “mamma, posso dirti una cosa?”, e subito dopo “ no, scusa preferisco non dirlo”. Richieste di questo tipo mettono l’adulto in confusione, ma sono il segnale che il bambino o il ragazzo potrebbe provare vergogna o imbarazzo per i propri pensieri (soprattutto quando hanno a che fare con ossessioni riguardanti il fare del male a se stesso o agli altri).
Cosa fare?
Difficilmente tuo figlio ti dirà spontaneamente, di sua iniziativa che soffre di pensieri ossessivi o che c’è qualcosa nella sua testa che lo costringe a fare delle cose che non vorrebbe fare. Il più delle volte l’imbarazzo e la vergogna superano il bisogno di chiedere aiuto.
Per questo diventa importante chiedere aiuto ad un esperto. Davanti a domande dirette ed esplicite di una figura adulta estranea alla famiglia, è più probabile che il bambino o il ragazzo abbia il coraggio di comunicare quello che gli sta accadendo.
Quindi se hai il sospetto che tuo figlio possa soffrire di DOC, il primo passo è chiedere aiuto ad un professionista.
La terapia psicologica si concentra principalmente su due aspetti:
– indagare quelle che sono le paure sottostanti le ossessioni.
– spezzare la catena che lega ossessione e compulsione.
L’obiettivo è quello di aiutare il ragazzo o il bambino a trovare strategie alternative per gestire le proprie paure.
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