Noti da mesi che tuo figlio passa sempre più tempo chiuso nella sua stanza. Non fà i compiti, non studia, e trascorre la maggior parte del tempo davanti al computer.
Sei preoccupata. Temi che la sua situazione scolastica possa peggiorare. Andando avanti di questo passo potrebbe essere bocciato.
Ti chiedi se è colpa tua, se c’è qualche cosa che puoi fare.
Prima di tutto, è importante che tu sappia che è normale sentirsi preoccupati e colpevoli per quello che sta succedendo.
Tuttavia, questi sentimenti non servono a risolvere i problemi di tuo figlio.
Possono esserci diversi motivi che spingono un ragazzo o una ragazza a chiudersi sempre di più nella propria stanza, limitando le occasioni di contatto con i coetanei e, magari, iniziando a saltare dei giorni di scuola.
POSSIBILI CAUSE DEL RITIRO SOCIALE
Bullismo e cyberbullismo: un ragazzo che si sente costantemente deriso ed escluso dal gruppo di compagni di classe o da un gruppo di amici, può andare incontro al bisogno di allontanarsi e rifugiarsi in un luogo sicuro, dove non può essere raggiunto.
Ogni adolescente ha il desiderio intrinseco di voler essere accettato e riconosciuto dal gruppo dei pari. L’approvazione del gruppo e i riconoscimenti positivi sono fondamentali per aumentare l’autostima dell’adolescente.
Tuttavia, quando il gruppo diventa un elemento di continua mortificazione e svalutazione di sé, è normale che un ragazzo cerchi di allontanarsi e rifugiarsi nell’unico luogo che da sempre rappresenta la sua casa.
Depressione e Ansia: Intensi sentimenti di ansia o angoscia, così come profonda tristezza o senso di noia, possono condurre un ragazzo ad evitare le occasioni di socializzazione. Anche la scuola può diventare un luogo dal quale allontanarsi per evitare ulteriori frustrazioni e delusioni conseguenti al giudizio ricevuto da insegnanti e compagni di classe.
Dipendenza Tecnologica: I videogiochi e Internet rappresentano una fonte continua di divertimento e informazioni. Gli adolescenti ormai trascorrono la maggior parte del loro tempo libero davanti ad un Pc o uno smartphone. Spesso, socializzano attraverso i social media con altri coetanei, dando luogo a quelle che oggi vengono chiamate “piazze virtuali”.
Alle volte, succede che i ragazzi fuggono anche dalle relazioni virtuali, e utilizzano Internet solo per estraniarsi dalla realtà. Questo comporta un progressivo isolamento sociale che, se associato a problematiche più profonde legate al proprio percorso evolutivo, può sfociare in fenomeni di ritiro sociale.
I fattori sopraccitati sono tutti possibili cause di isolamento sociale, ma in questi ultimi due anni un altro elemento ha giocato un ruolo chiave nell’accentuare questo fenomeno, ed è stata l’attuale pandemia da Covid-19.
Uno studio recente condotto da alcuni ricercatori americani ha dimostrato come il 36% degli intervistati tra gli adolescenti ha detto di essersi sentito frequentemente solo e triste negli ultimi due anni.
Del resto, credo sia esperienza comune di molti genitori osservare un aumento di questi sentimenti nei propri figli.
La diminuzione del tempo trascorso a scuola, l’interruzione delle attività sportive e ludiche, oltre che l’impossibilità per alcuni mesi di frequentare amici e compagni di classe, ha costretto molti ragazzi a trascorrere più tempo a casa, avendo come unica forma di relazione in presenza quella con i genitori. Le relazioni con i pari si sono spostate sui social.
Ovviamente, coloro che già prima del Covid, avevano difficoltà nel rapporto con i pari e una tendenza all’introversione e alla chiusura in se stessi, hanno peggiorato la loro condizione.
In questa situazione il tuo aiuto come genitore o come insegnante può risultare fondamentale per stimolare nei ragazzi l’utilizzo delle proprie risorse interne.
COME AIUTARE GLI ADOLESCENTI?
Non essere invadente:
Continuare a chiedere a tuo figlio: “perchè non esci?”, “perché non hai una fidanzata o un fidanzato?”, “perché passa tutto il pomeriggio in casa davanti al Pc?”, credimi, non ti servirà a migliorare la situazione.
I ragazzi spesso sono i primi a vergognarsi e sentirsi in colpa verso se stessi e gli altri per il loro comportamento. Vorrebbero essere diversi, ma l’unica cosa che sentono di voler fare è stare chiusi lì nella propria stanza.
Rimani disponibile all’ascolto e fatti incuriosire da quello che tuo figlio fa su Internet o davanti ad un videogioco.
Proponigli attività extra scolastiche:
Se tuo figlio tende ad isolarsi, o appare particolarmente timido, puoi provare a proporgli di iscriversi ad un gruppo sportivo, di partecipare a qualche esperienza di volontariato o di studio all’estero durante l’estate.
Fare nuove esperienze, significa conoscere nuove persone e avere la possibilità di vivere relazioni positive e gratificanti che possono accrescere l’autostima dell’adolescente.
Ovviamente, questo tipo di proposta ha senso farla, quando il livello di isolamento sociale non è ancora tale da inibire nel ragazzo il desiderio di incontro con gli altri.
Chiedere aiuto ad un esperto:
Tu puoi fare molte cose per aiutare tuo figlio o un tuo alunno. Alcune di queste ho cercato di indicartele in questo articolo. Tuttavia, alle volte, la sofferenza o la crisi evolutiva incontrata da un ragazzo può essere difficile da gestire per un genitore o un insegnante. In questi casi si rende necessario chiedere aiuto ad un professionista che possa valutare la situazione e suggerire il percorso di cura più indicato.
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