Come posso sapere se soffro di un disturbo borderline di personalità?

Riconoscere il disturbo borderline di personalità (DBP) richiede una valutazione professionale da parte di uno psicologo o di uno psichiatra. Tuttavia, ci sono alcuni segnali comuni che potrebbero indicare la presenza del disturbo:

  • Paura intensa dell’abbandono: Sensazione di panico o rabbia quando si percepisce il rischio di essere lasciati soli.
  • Relazioni instabili: Passare rapidamente da sentimenti di idealizzazione a delusione nelle relazioni.
  • Instabilità emotiva: Cambiamenti rapidi e intensi dell’umore.
  • Impulsività: Comportamenti rischiosi come spese eccessive, abuso di sostanze o guida spericolata.
  • Immagine di sé mutevole: Difficoltà a mantenere un senso stabile di identità.
  • Sentimenti di vuoto: Sensazione persistente di essere “vuoti” o insoddisfatti.
  • Comportamenti autolesionistici: Pensieri o azioni legati all’autolesionismo o al suicidio.

Se ti riconosci in alcuni di questi sintomi, è importante non fare autodiagnosi. Infatti, è molto comune pensare di soffrire di un determinato disturbo solo perché ci si riconosce in alcuni sintomi caratteristici. Tuttavia, ogni disturbo di personalità ha un quadro complesso, caratterizzato da un funzionamento patologico.

Non basta avere qualche sintomo per potersi attribuire una diagnosi di disturbo di personalità.

Ti consiglio di consultare un professionista della salute mentale per una valutazione accurata e per ricevere supporto adeguato. Vuoi sapere di più su come trovare aiuto o sui trattamenti disponibili?

Quanti tipi di disturbo borderline ci sono?

Inizio col dirti che il disturbo borderline di personalità solitamente non viene suddiviso in sottotipi clinici nella classificazione diagnostica standard, come il DSM-5 (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali). Tuttavia, la comunità scientifica internazionale ha proposto di descrivere i diversi modi in cui il DBP si manifesta attraverso dei modelli o profili.

Questi non sono riconosciuti universalmente, ma possono essere utili per comprendere meglio il disturbo.

Alcuni esempi includono:

  • Borderline “impulsivo”: Caratterizzato da comportamenti rischiosi e impulsivi, come spese eccessive, abuso di sostanze o azioni autodistruttive.
  • Borderline “emotivamente instabile”: Dominato da sbalzi d’umore estremi e difficoltà a gestire emozioni intense, come rabbia o disperazione.
  • Borderline “abbandonico”: Marcato dalla paura di essere abbandonati e da tentativi disperati di evitare la solitudine.
  • Borderline “autolesionista”: Associato a pensieri o comportamenti autolesionistici, come tagliarsi o avere idee suicidarie.
  • Borderline “interpersonale”: Con difficoltà marcate nelle relazioni personali, spesso oscillando tra idealizzazione e svalutazione delle altre persone.

Tuttavia, queste distinzioni non sostituiscono la diagnosi ufficiale e sono utili principalmente per descrivere determinate tipologie di comportamento.
Tieni sempre presente che ogni persona con DBP può sperimentare una combinazione unica di sintomi, e il trattamento dovrebbe sempre essere personalizzato.

Disregolazione emotiva

Quando i sentimenti forti di un bambino non vengono convalidati dagli adulti nella sua vita, diventa difficile per lui imparare a gestirli in modo sano. Gli adulti ci aiutano a dare un nome e a identificare ciò che proviamo; insegnandoci così a calmarci e a tranquillizzarci.
Ad esempio, prendiamo una persona con emozioni estremamente forti e intense, a cui viene costantemente detto che sta esagerando e che non dovrebbe provare i sentimenti che prova. Come potrà mai credere una volta adulto, che ciò che prova è giusto, è legittimo, che ha diritto di provarlo. Finirà col falsificare la propria esperienza e negare i suoi reali sentimenti.

Un’altra caratteristica tipica di chi soffre di BPD è quella di venire spesso sovrastata da una rabbia intensa e da sentimenti di abbandono, vuoto, vergogna e disgusto di sé.

Questi sentimenti tendono a destabilizzare le relazioni per le persone con BPD, che sono ipersensibili ai giudizi degli altri e più propense a interpretare le cose in modo negativo. Piccole offese, o cose interpretate erroneamente come critiche, vengono prese come prova di abbandono e la reazione che ne deriva può essere improvvisa e intensa, causando fratture con amici, genitori e partner. Passano da “ti amo” a “ti odio” in un attimo. Oppure, diventano così insistenti nel chiedere rassicurazioni sul fatto di essere amati (messaggi incessanti, chiamate, suppliche, aggrappamenti) da allontanare il partner.
I conflitti con gli amici o le rotture con i partner sono spesso la causa scatenante dell’autolesionismo o dei tentativi di suicidio.

Comportamento autodistruttivo

Ora vediamo di capire perché il BPD porta a comportamenti autodistruttivi?
Senza le capacità di gestire i sentimenti dolorosi in modo più efficace, le persone con BPD spesso trovano alternative malsane, tra cui l’abuso di sostanze, comportamenti sessuali promiscui e la ricerca spericolata del brivido.
L’autolesionismo è molto spesso uno di questi comportamenti: gli adolescenti si tagliano, si graffiano e si feriscono per alleviare le emozioni che ritengono intollerabili. Potremmo pensare che, dal loro punto di vista, potrebbe anche avere un senso come strategia di regolazione emotiva.

“Mi taglio, sento dolore fisico, mi dimentico di ciò che mi fa male dentro, anestetizzo il senso di vuoto che mi procurava angoscia, sono di nuovo serena”. Il problema è che se funziona, è più probabile che venga usata di nuovo per affrontare le emozioni negative, creando un abitudine malsana e autodistruttiva.
Quindi, per ridurre l’autolesionismo dobbiamo riconoscere l’effetto che fa su di loro e cercare di fornirgli delle strategie sostitutive più efficaci.

Un pericoloso equivoco sul BPD è che i drammi emotivi e i comportamenti autodistruttivi, compresi i tentativi di suicidio, siano manipolazioni per attirare l’attenzione, ma non è cosi.

Storicamente, le persone con BPD sono state viste come individui manipolatori, che usano misure estreme per ottenere vantaggi, o che amano giocare con i sentimenti degli altri. Ma non è affatto così. Queste persone, spesso, soffrono molto e sentono di non poter ottenere ciò di cui hanno bisogno. I loro comportamenti, compresi i gesti autolesivi, vanno visti come un disperato tentativo di chiedere aiuto o come delle forme di autopunizione.
Infatti, chi soffre di DPD ha la credenza errata di non essere meritevole di amore, di avere poco valore. Pertanto, quando rimane deluso o frustrato da qualcuno, o quando subisce un abbandono, tende ad autopunirsi, come risultato di un forte senso di rabbia verso se stesso.

È possibile fare diagnosi di disturbo borderline in adolescenza?

Molti professionisti risponderebbero di sì a questa domanda. Si ritiene sia possibile diagnosticare il disturbo borderline di personalità (DBP) in adolescenza, anche se richiede molta attenzione e competenza da parte degli addetti ai lavori.

In passato, si tendeva ad evitare di diagnosticare questo disturbo nei giovani perché alcuni sintomi possono sovrapporsi ai normali cambiamenti emotivi e comportamentali di questa delicata fase di sviluppo. Oggi si riconosce che i segnali del DBP possono manifestarsi già in età adolescenziale, e una diagnosi precoce può essere fondamentale per fornire supporto e prevenire complicazioni future.

Tuttavia, personalmente sono convinto che si debba fare molta attenzione nel formulare una diagnosi di qualsiasi tipo di disturbo di personalità durante la fase adolescenziali.

Gli adolescenti sono in costante evoluzione, sono alle prese con diversi compiti evolutivi e il loro carattere non è ancora formato in maniera completa. Pertanto, determinati modi di essere nelle relazioni e nel manifestare le proprie emozioni, potrebbero essere ancora non ben determinati.

Quindi, è bene dal mio punto di vista, considerare con attenzione alcuni aspetti per evitare di giungere a diagnosi errate:

  • Persistenza dei sintomi: I sintomi devono essere presenti per un periodo di tempo significativo e non attribuibili solo a circostanze temporanee o fasi di sviluppo.
  • Impatto sulla vita quotidiana: Devono influire negativamente sulle relazioni, sul rendimento scolastico o su altre aree importanti della vita del giovane.
  • Valutazione professionale: Solo uno psicologo o psichiatra qualificato può effettuare una diagnosi accurata, tenendo conto della storia personale e familiare.

Posso guarire dal disturbo borderline?

Come per tutti i disturbi di Personalità, non si può parlare di vera e propria guarigione.

La personalità è un insieme di caratteristiche temperamentali e di fattori ambientali che, insieme, vanno a definire un certo modo di percepire la realtà e a mettere in atto determinati comportamenti.
Pertanto, sia nel suo funzionamento sano, che in quello patologico, possiamo apportare dei cambiamenti che ci aiutano a trovare modi di funzionare più efficaci, ma non è possibile eliminare del tutto alcuni tratti tipici.
Il disturbo borderline di personalità (DBP) è una condizione che può essere gestita e migliorata significativamente con il giusto supporto e trattamento. Sebbene non si parli sempre di “guarigione” in senso assoluto, molte persone con DBP riescono a vivere una vita soddisfacente e stabile grazie a terapie e interventi mirati. Tra gli approcci più efficaci ci sono:

  • Psicoterapia: Prendere consapevolezza dei propri modi di funzionare e trovare strategie adeguate e più efficaci per interagire con gli altri è fondamentale per raggiungere una maggiore stabilità. Un percorso di psicoterapia può aiutarti a raggiungere questo obiettivo.
  • Supporto farmacologico: Anche se non esistono farmaci specifici per il DBP, alcuni farmaci possono essere utili per gestire sintomi associati, come ansia o depressione.
  • Supporto sociale e familiare: Avere una rete di supporto comprensiva può fare una grande differenza nel percorso di recupero.
  • Impegno personale: Con pazienza e determinazione, molte persone imparano a gestire i loro sintomi e a migliorare la loro qualità della vita.

Molte persone con DBP riferiscono miglioramenti notevoli dopo aver intrapreso un percorso, e alcune raggiungono uno stato di benessere duraturo. Ogni percorso è unico, ma è importante sapere che con il giusto aiuto il miglioramento del proprio stato di salute mentale è assolutamente possibile.

Se pensi di aver bisogno di aiuto o hai dei dubbi che vorresti condividere con un professionista esperto, non esitare a contattarmi.

Contatti

Per fissare un incontro o richiedere maggiori informazioni puoi lasciarmi qui sotto i tuoi recapiti oppure contattarmi direttamente al telefono.

Call Now Button