Ti hanno detto che tuo figlio ha difficoltà di apprendimento? Ecco cosa puoi fare.

Osservare i cambiamenti nel comportamento

I ragazzi, soprattutto quelli appartenenti ancora alla fascia preadolescenziale, fanno fatica a comunicare ciò che provano. Sentimenti ed emozioni difficilmente vengono espresse a parole. Piuttosto, è facile ritrovarli all’interno di comportamenti.
Ad esempio, sarà capitato anche a te di essere alla prese con tuo figlio che non vuole andare a scuola. Ti dirà che ha mal di pancia, che è stanco. Oppure, pensa ad un alunno che in classe continua a disturbare la lezione. L’insegnante non sa più cosa fare per coinvolgerlo, ma lui continua a disturbare.
In realtà, alla base, spesso, ci possono essere sentimenti di ansia, malessere, senso di impotenza, che il ragazzo manifesta come può, ovvero tramite azioni, invece che attraverso le parole.

Quindi, se ti capita di notare un cambio di atteggiamento di tuo figlio rispetto alla scuola, non ignorarlo. Potrebbe essere il segnale che qualcosa non va. Magari sta affrontando delle difficoltà nuove che non riesce a superare, e il comportamento di evitamento è la sola soluzione che riesce a trovare.

Cosa puoi fare tu come genitore?

Aiutarlo a tollerare la frustrazione

Devi sapere che i ragazzi, anche quelli che non hanno problemi di apprendimento, hanno bisogno di imparare a tollerare le frustrazioni.
Saper gestire la frustrazione, ovvero la rabbia connessa ad una delusione, è una capacità fondamentale per diventare adulti in grado di lottare per ciò che si desidera.
Gestire la frustrazione significa non arrendersi alle prime difficoltà, non sentirsi incapaci o inferiori, solo perché non si è riusciti a fare qualcosa.

Affrontare le difficoltà fà parte del processo di apprendimento. Proprio grazie alle difficoltà, agli errori e ai fallimenti, un ragazzo può crescere e migliorarsi. Quindi, puoi aiutare tuo figlio a vedere le cose sotto questo punto di vista, quando si sente terribilmente fallito.

I ragazzi, anche quelli che non hanno difficoltà di apprendimento, traggono beneficio dall’imparare a gestire la frustrazione e a regolare le proprie emozioni. Infatti, riuscire a tollerare una sconfitta, una delusione per un brutto voto, un rifiuto, è un’abilità essenziale per riuscire a diventare adulti.

Inoltre, potresti aiutare tuo figlio o un tuo alunno, rinforzando la sua autostima. Puoi lodarlo e sottolineare lo sforzo che ha fatto nel riprovare a fare qualcosa dove non era riuscito, li puoi far notare le cose che fino a quel momento è riuscito ad ottenere.
Aiutarlo a ricordare ciò che è già riuscito a fare, può servirgli per tenere a mente chi è, e quali sono le sue potenzialità.

Convalidare i sentimenti

Sicuramente anche tu sarai caduta nella tentazione di dire a tuo figlio: “coraggio, puoi farcela”, quando l’hai visto sconfortato. Certo, è la cosa che solitamente viene spontanea da dire. Tuttavia, spesso, è anche una di quelle frasi che fà più arrabbiare.
Non c’è niente di peggio che possa creare fastidio, come sentirsi spronati a fare qualcosa che non si riesce proprio a fare.
Dire “Puoi farcela!” quando un ragazzo si sente frustrato e sconvolto può farlo sentire incompreso e può avere l’effetto opposto: “NO, NON POSSO!”.
Invece, è molto più rigenerante sentire qualcuno che comprende come ci sentiamo e che rispecchia il nostro stato d’animo. Concorda con lui sul fatto che è molto frustrante. Per esempio, potresti dire: “Sembra davvero difficile. Capisco perché ti senti così frustrato. Anch’io mi sento frustrato quando le cose sono difficili!”.
Queste conversazioni possono anche aprire la porta a raccontare e mostrare a vostro figlio come voi gestite qualcosa di veramente frustrante, dando loro un modello di comportamento da cui apprendere.

Normalizzare le difficoltà

I ragazzi, soprattutto se in un età preadolescenziale, possono sentirsi imbarazzati, confusi e turbati quando non riescono a fare qualcosa che può apparire facile per i loro coetanei. Tale sentimento può sfociare in emozione di vergogna e senso di inadeguatezza. Possono credere di essere gli unici a non riuscire a fare quella determinata cosa.
Sapere, invece, che non è così, che anche altri provano le loro stesse difficoltà, li può aiutare a sentirsi “meno strani” e più simili agli altri. Sentire di appartenere ad una “normalità” può nutrire molto il senso di autostima di un ragazzo o di una ragazza.

Concentrati sullo sforzo, non sul risultato

Impegnarsi, anche quando le cose sono difficili, è una delle abilità più importanti che può imparare un ragazzo. Vedere lo sforzo che un ragazzo fà nel cercare di raggiungere un certo risultato può essere una chiave per infondergli autostima. Non fare caso al voto che prende, alla classifica di fine gara, o se è riuscito a fare bene quello che gli hai chiesto. Concentrati sull’impegno che ci ha messo.
Se non hai notato impegno, allora probabilmente è giusto rimproverarlo, e comprendere insieme a lui come mai non ha voglia di fare quella cosa.

Ascolta l’opinione dell’insegnante.

Gli insegnanti sono spesso i primi a notare le difficoltà di un loro alunno.
Parlare regolarmente con i suoi insegnanti ti può aiutare a comprendere meglio quali sono i suoi punti di forza e di debolezza. L’insegnante di può far vedere un modo diverso di guardare tuo figlio, perché lui è meno coinvolto di te a livello affettivo.
L’amore che nutri come madre o come padre verso tuo figlio, alle volte può darti una percezione distorta di tuo figlio, dei suoi comportamenti, dei suoi modi di essere.
Se ricevi un feedback non positivo, cerca di evitare di sentirti addosso il giudizio e la critica come se fosse tua. Piuttosto, usa questo feedback per capire come aiutare tuo figlio a migliorare su determinati aspetti.
Un insegnante che ti fa notare quanto tuo figlio abbia difficoltà nello stare seduto in classe e attento, non è un’accusa a te come genitore. è un’osservazione che rivela un certo comportamento, che a sua volta , probabilmente, cela un disagio.

Gestisci la tua ansia.

Essere genitore non è certo una cosa facile. Provare ansia per tuo figlio è assolutamente normale. Significa che ti preoccupi per lui.
Tuttavia, è importante riconoscere che provi ansia ed evitare di trasmettere a tuo figlio.
Mi è capitato molto spesso di sentire raccontare dai ragazzi quanto sia difficile dover sopportare non solo le proprie paure, ma anche le preoccupazioni dei loro genitori. Spesso, capita che un ragazzo si trovi a dover essere lui a dare conforto ad una madre o un padre ansioso.
Questo non li aiuta nel loro percorso di crescita.
Può essere utile riflettere su di te, e considerare come i tuoi sentimenti e le tue preoccupazioni possano influire su come reagisci alle difficoltà scolastiche di tuo figlio.
Cerca di trovare modi efficaci per tenere a bada la tua ansia, come ad esempio parlando con un amico, o supportandoti a vicenda col tuo compagno.
Se proprio ciò non dovesse essere sufficiente, potrebbe essere utile chiedere aiuto ad un terapeuta.
Se sei seriamente preoccupato per tuo figlio, pensi che stia affrontando un disagio profondo a livello psicologico, piuttosto che ricercare consigli e rassicurazione su Internet, contatta un professionista che sappia indirizzarti sul percorso migliore da fare.
In generale l’obiettivo con i ragazzi che manifestano problematiche di apprendimento, è quello di favorire il più possibile un senso di tranquillità e sicurezza nel processo dell’imparare. Evitare che il ragazzo si senta sotto giudizio o debba fornire una prestazione.
Se l’apprendimento verrà vissuto come qualcosa di piacevole e senza il peso del giudizio altrui, allora i miglioramenti non tarderanno ad arrivare.

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