Spesso, mi capita di parlare con amici o conoscenti che hanno figli. Uno degli argomenti più gettonati e sentiti è quello di come gestire il tempo dei ragazzi con lo smartphone.

L’ultimo aneddoto che ho ascoltato, raccontava di come una madre esasperata da suo figlio di 16 anni, gli abbia proibito di utilizzare il telefono per un mese.

Io mi sono messo nei panni di quel ragazzo e mi sono sentito completamente perso.

Mi sono chiesto: cosa significa per un ragazzo non avere il cellulare per un mese?

Serve veramente come punizione?

Come sai, il cellulare ormai contiene un sacco di funzioni che ci consentono di fare un sacco di cose. Foto, video, accedere a Internet, contattare amici e parenti, ci ricorda gli appuntamenti, ci fà da sveglia, etc…
Io sicuramente senza il mio smartphone mi sentirei perso.

Probabilmente, sei portato a ritenere che sequestrare il cellulare per un certo periodo di tempo ad un ragazzo adolescente possa essere un ottimo deterrente. Forse, pensi che sia un buon modo per impartirgli una lezione ed evitare la ripetizione di comportamenti scorretti.

Tuttavia, hai idea di cosa possa passare nella mente di tuo figlio nel momento in cui gli impedisci di utilizzare il telefono?

Togliere il cellulare non è la stessa cosa di sequestrare la Tv o il Pc, o vietargli di uscire per due settimane.
Togliere il cellulare significa impedirgli di fare tutte queste cose assieme nello stesso lasso di tempo. Privare tuo figlio della Tv, degli amici, dei videogiochi, di accedere ad internet, etc…

Facebook, Instagram, Tik Tok sono i nuovi centri commerciali.

Probabilmente vedere sempre un ragazzo chino sul cellulare per ore, a muovere le dita velocemente sulla tastiera, ti fà pensare che si stia perdendo la possibilità di vivere relazioni vere con i suoi coetanei.
“Perché passa tutto il pomeriggio in camera davanti allo smartphone, quando potrebbe uscire con gli amici?”

Sicuramente ti sarai fatta spesso questa domanda.

Beh..devi renderti conto che oggi i principali social media sono una specie di riproduzione virtuale di quello che una volta poteva essere il centro commerciale, l’oratorio o la sala giochi.

I ragazzi si incontrano online e intrecciano relazioni, si mettono in competizione, guardano cose assieme, giocano agli stessi videogiochi, si provocano, si insultano e si fanno compagnia.

Certo, incontrarsi online o di persona non è la stessa cosa. Quando si sta davanti allo schermo le emozioni non passano dal corpo, non si arrossisce, non vengono i brividi. Tutto è mediato dalla distanza.
Questo però non deve farti pensare che non si creino relazioni vere. Tutte le relazioni virtuali influiscono positivamente sullo sviluppo degli adolescenti.

Ricerche recenti svolte da psicologi americani (Alice Marwick, PhD, co-direttore del McGannon Center for Communication Research della Fordham University, e Danah Boyd, PhD, ricercatrice principale presso Microsoft Research New England) hanno dimostrato come gli spazi virtuali affollati dai ragazzi possono essere paragonati a dei veri e propri centri commerciali dove loro possono esprimersi liberamente e sperimentarsi senza il controllo diretto degli adulti.

A differenza di luoghi come la scuola, gli oratori, i centri sportivi, dove è presente l’adulto, nei centri commerciali, così come nei parchi o nelle strade, l’adolescente si muove libero insieme ai suoi coetanei.

La stessa cosa avviene sui social media. Spazi liberi in cui l’adulto non c’è.

Questa caratteristica sicuramente alle volte può far paura ad un genitore, perché sente di non avere il controllo di quello che succede.

Tuttavia, quando non c’era ancora Internet, i ragazzi cercavano sempre di sfuggire al controllo degli adulti ritrovandosi al parco o in piazza, dove poter sperimentare le loro diverse identità, dover poter mettersi alla prova, giocare e testare la propria desiderabilità sociale.

I ragazzi hanno bisogno per poter crescere proprio di questo, di luoghi dove l’adulto non c’è, dove le regole le fanno loro, dove sono soli e liberi di confrontarsi con il loro mondo che è fatto di sguardi, rifiuti, esibizioni, rischi, prove da superare, gruppi a cui appartenere , etc..

Cosa succede quando porto via il cellulare a mio figlio?

Come ti ho spiegato sopra, ritirare il cellulare ad un adolescente significa impedirgli di assolvere al compito più importante della sua crescita, ovvero quello di saper creare relazioni sociali e sentimentali appaganti.
La capacità in età adulta di avere una vita sociale amorosa soddisfacente è influenzata molto da quello che succede in infanzia e in adolescenza.

Sicuramente, nel momento che decidi di punire tuo figlio privandolo dell’uso dello smartphone rischi di creare uno strappo relazionale con lui che può tramutarsi in chiusura e assenza di dialogo.
Probabilmente farai fatica a parlare con tuo figlio e lui penserà che gli stai impedendo di fare qualcosa che per lui è vitale, quindi ti vedrà come il responsabile del suo isolamento e della sua sofferenza.
Allo stesso tempo, è probabile che questo non lo faccia riflettere su un suo eventuale comportamento sbagliato.

Inoltre, tuo figlio potrebbe sospettare che tu violerai la sua sfera intima andando a vedere i messaggi che si scrive con gli amici, e questo per un adolescente può essere percepito come un atto molto forte, a cui replicare con la perdita della fiducia nei confronti del proprio genitore.

Quindi, nel caso tu decida di ritirare il telefono a tuo figlio, rassicuralo sul fatto che non invaderai la sua intimità aprendo il suo telefono.

Quando si supera il limite?

Molti genitori che vedo in studio, non possono fare a meno di chiedersi, se tutto questo tempo trascorso dai loro figli davanti allo schermo sia eccessivo e abbia ripercussioni sul loro sviluppo.
Sicuramente, tutti gli strumenti tecnologici in nostro possesso non possono insegnare ai bambini e agli adolescenti la comunicazione faccia a faccia, il linguaggio non verbale, o i segnali sociali. Queste sono competenze che necessitano un contatto diretto dal vivo.

Una volta, una collega mi ha raccontato di avere in terapia un giovane cliente che era talmente dipendente dal cellulare, che gli aveva chiesto di svolgere i colloqui attraverso l’uso dei messaggi WhatsApp.

Ovviamente, sarebbe bene evitare che la situazione degeneri fino a questo punto, regolando l’uso del cellulare e degli altri dispositivi elettronici in modo che non diventino l’unico modo in cui entrare in relazione con gli altri..
Porre dei limiti chiari può aiutare tuo figlio a non vedere il cellulare come unico mezzo di comunicazione e di soddisfazione dei propri bisogni.

Alcune ricerche americane, come quelle condotte da Catherine Steiner-Adair, autrice di The Big Disconnect, hanno evidenziato come le generazioni nate dopo gli anni 2000 abbiano una minore tendenza alla comunicazione faccia a faccia o telefonica. L’abitudine costante fin dall’infanzia agli scambi via messaggio, li rende meno disposti ad esporsi alla “fatica” che comporta una relazione telefonica o dal vivo.
Ovviamente, quindi, sarà molto importante il tipo di modello che gli adolescenti ricevono dalle loro famiglie. Se per primi i genitori utilizzano il cellulare per comunicare tra di loro e con i figli, sarà molto più probabile che questo comportamento venga emulato dai ragazzi.

Se vuoi che tuo figlio impari ad utilizzare il cellulare in maniera equilibrata, sarai tu per primo a doverlo fare.

Come fare a regolarizzare l’uso del cellulare?

Strumenti utili possono essere quelli offerti proprio dalla tecnologia. Ci sono diverse App che permettono di controllare il tempo trascorso sullo smartphone indicando quando viene superato un certo limite.

Sarebbe opportuno utilizzare questi strumenti soprattutto per i bambini, più che per gli adolescenti, in quanto, questi ultimi potrebbero vederli come strumenti troppo invasivi e limitanti. L’adoelscente è sempre abbastanza insofferente ad un eccessivo controllo imposto dall’esterno, quindi è bene educare fin dall’infanzia alla capacità di autoregolarsi nell’uso del telefono.

Quando dovresti intervenire?

Personalmente ritengo che i genitori dovrebbero limitare l’accesso dei loro figli adolescenti ai telefoni e ad altri media quando si accorgono che li stanno usando in modo esagerato. Tuttavia, dalla mia esperienza ho osservato che, il più delle volte, i pericoli immaginati dai genitori non corrispondono alla realtà dei fatti.

La maggior parte degli adolescenti sono più bravi ad evitare gli errori informatici di quanto potresti pensare. E molti stanno diventando più intelligenti su come presentarsi sui social media, usando Facebook o Linkedin come biglietto da visita per il mondo del lavoro, mentre Instagram più per uso personale.

Daniela, 18 anni, usa Instagram più di qualsiasi altra applicazione di social media perché è incentrata sulla fotografia, la sua passione. “Instagram è un modo semplice per condividere i miei scatti di creatività con il mondo”, dice. Questa spinta a condividere le cose con “il mondo”, per quanto spaventosa possa essere per i genitori, è salutare e una parte normale dello sviluppo degli adolescenti.

Se pensi di aver bisogno di aiuto su come aiutare tuo figlio a gestire il suo tempo con il cellulare o altri dispositivi elettronici, puoi scrivermi e ci accorderemo su un primo appuntamento in cui vedere insieme come affrontare il problema e quali strategie puoi mettere in pratica.

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