“Mamma ho mal di testa”, “Mamma ho mal di pancia”….
Non dirmi che non ti è mai capitato di sentirti dire queste frasi da tuo figlio?!
Capita spesso che un ragazzo si lamenti per un malessere fisico.
Mal di testa, mal di pancia, peso allo stomaco, stanchezza eccessiva, mal di gola, etc.
A chi non è mai capitato?

A volte, può essere colpa di un virus, di un colpo di freddo, oppure dei troppi dolci dell’ultima festa di compleanno.
Ma quando vedi tuo figlio o un tuo alunno soffrire spesso di questi disturbi allora dovresti iniziare ad accendere un campanello: se fosse ansia???

Mal di stomaco al mattino prima di andare a scuola. Mal di testa quando c’è un compito di matematica in programma. Farfalle prima di una festa di compleanno. Vomito prima di una partita di calcio.
Questi sintomi fisici possono essere un modo in cui si manifesta l’ansia in un ragazzo.. In realtà, il ragazzo potrebbe anche non sapere di essere ansioso, ma il suo corpo parla per lui.
Questo capita, soprattutto, quando i ragazzi non sono capaci di dire a parole ciò che provano, quando le emozioni non trovano il canale verbale, e per farsi spazio utilizzano il canale del corpo. In questo modo emozioni e sentimenti repressi si trasformano in sintomi fisici.

I sintomi fisici dell’Ansia

Cosa succede quando le emozioni non vengono espresse attraverso le parole? Cosa succede se non senti la rabbia, se non senti la tristezza, se hai paura di fare qualcosa, ma non ne sei consapevole?

In certi casi, queste emozioni presenti nel nostro corpo, sotto forma di ormoni e neurotrasmettitori, creano diverse alterazioni a livello fisiologico, come ad esempio:
aumento del battito cardiaco, tremore, sudorazione, tensione muscolare, oppure, veri e propri disturbi come mal di testa, mal di stomaco, senso di pesantezza.

Devi sapere che tutti questi sintomi sono legati alla risposta “combatti o fuggi” che si attiva quando il cervello rileva un pericolo. Tutti questi sintomi hanno uno scopo.

Quando mi trovo a parlare con i ragazzi di mal di testa o mal di stomaco di tipo psicosomatico, cerco di spiegargli qual’è il senso di questi disturbi.
Per esempio, gli dico: “lo stomaco fa male perché il sistema digestivo si sta spegnendo per inviare il sangue ad altre aree del corpo. In quel momento il tuo stomaco non vuole digerire il cibo perché sta cercando di fuggire dal pericolo o di combatterlo”.

Una cosa che trovo molto efficace nel mio lavoro con i ragazzi che hanno mal di testa ricorrenti, è che questi sintomi non sono dannosi: sono solo la risposta del loro sistema di emergenza a un falso allarme.

Lo so, spesso può venire la tentazione di pensare che tuo figlio si è inventato la solita scusa per non andare a scuola, e alle volte può essere proprio così, tuttavia considera anche che può trattarsi di ansia o di emozioni spiacevoli che non riesce ad esprimere.

Credo sia importante comprendere che i ragazzi non stanno necessariamente inventando i loro sintomi e che il pericolo può sembrare loro molto reale.
Non dare per scontato che un ragazzo che passa molto tempo in infermeria a scuola lo faccia solo con lo scopo di evitare la lezione.

Per lui quel mal di testa o quel mal di pancia, può essere un sintomo reale, percepito sul suo corpo, e come tale va preso sul serio e ascoltato.

Quando consultare il proprio medico/pediatra?

Se tuo figlio o un tuo alunno si lamenta spesso di soffrire di determinati sintomi fisici, come mal di testa, mal di pancia, nausea, mal di gola, o stanchezza, è importante che programmi con lui una visita dal vostro medico di famiglia o dal vostro pediatra di fiducia. Questo è importante per escludere la presenza di problematiche organiche.

Tuttavia, se l’esito della visita esclude la presenza di qualche problema a livello fisico, è necessario che consideri la possibilità che si tratti di un problema psicologico, come ad esempio l’ansia o una depressione latente.

In questi casi, ciò che consiglio ai genitori o agli insegnanti è di provare a dare valore all’esperienza che il ragazzo sta provando. Cercare di confermare quanto sta provando. Dire frasi del tipo “proviamo a dare un nome a questa cosa che ti sta succedendo. Senti male allo stomaco, e allo stesso tempo ti senti preoccupato per quella cosa successa con tuo amico”.

Quindi, è fondamentale aiutare i ragazzi a creare un collegamento tra le loro emozioni e ciò che provano a livello fisico. In questo modo si insegna loro a dare senso a ciò che gli capita, alla loro esperienza.

“Sì, mi fa male lo stomaco e, sì, mi ricordo che è perché mi sento preoccupato”.

E dopo aver imparato alcune strategie per aiutarli a calmarsi, credo che sentano un senso di controllo. E questo li aiuta”.

Cosa puoi fare tu come genitore?

Una delle cose più importanti da non fare è evitare che tuo figlio fugga dalle cose di cui ha paura. Infatti, devi sapere che molti studi scientifici hanno dimostrato chiaramente come l’evitamento rafforzi l’ansia.
Se assecondi sempre tuo figlio nell’evitare una situazione che gli crea stress o ansia, non farai che rafforzare il circolo vizioso:
Ho paura di andare a scuola → vi viene mal di testa → non vado a scuola → evito il problema.

Quello che invece puoi fare è affrontare con tuo figlio la sua paura, domandargli perché non ha voglia di andare a scuola, cosa teme?

Lo so che può essere più allettante non discutere con loro, soprattutto quando anche tu sei piena di cose da fare e stanca, ma evitare di parlarne non farà altro che ingigantire il problema.

Ricorda questo: se permetti a tuo figlio di evitare ciò che gli fà paura, non imparerà mai a tollerarlo, e questa sarà la strategia che imparerà per affrontare i problemi.

Alcune tecniche utili contro l’Ansia

Di seguito ti fornisco alcune tecniche che ho visto essere efficaci nel diminuire l’ansia.

Respirazione profonda
:
Respirare l’aria espandendo la pancia, talvolta chiamata respirazione di pancia, aiuta i ragazzi a rilassarsi, rallentando la respirazione e riducendo la frequenza cardiaca, la pressione sanguigna e gli ormoni dello stress. Può anche aiutare a rilassare i muscoli tesi dello stomaco.
Esercizi di consapevolezza:
Tecniche come la concentrazione su ciò che li circonda, su ciò che vedono e sentono, possono aiutare i ragazzi ad allontanare l’ansia e a stare nel momento presente.

Strategie di coping
:
Ai bambini e ragazzi cerco di insegnare a “rispondere alle loro preoccupazioni”.
Possono dire: “Ho paura e posso farcela”. Oppure qualcosa del tipo: “Sono più grande della mia ansia””.
Affrontare il problema:
Utile comunicare ai ragazzi che, quando si deve fare qualcosa che rende nervosi, è possibile percepire un certo disagio.
Quindi, può essere utile pianificare con loro ciò che si può fare per contrastarlo, sapendo che se si riesce a superarlo, diventerà più facile.

Accettazione
:
Consiste nel riconoscere il disagio senza combatterlo. “Invece di cercare di allontanare la sensazione e di liberarsene, imparare a tenerla, tollerarla e superarla”.
Il ruolo dei genitori è fondamentale
So bene come ti puoi sentire nel vedere tuo figlio in difficoltà. Mandarlo a scuola temendo che possa stare male, può risultare molto difficile. Alle volte, sembra più sensato tenerlo a casa, così da proteggerlo ed evitargli di affrontare situazioni imbarazzanti.
Spesso mi sento dire dai genitori “lo teniamo a casa solo un giorno “, poi però un giorno diventano tre mesi. L’assecondare l’evitamento di tuo figlio può diventare un sentiero scivoloso: il ragazzo potrebbe chiederti di stare a casa sempre più spesso.
Per questo cerco sempre di lavorare con i genitori su come trovare l’equilibrio tra l’accogliere il vissuto ansioso, cercando di empatizzare con la difficoltà nell’andare a scuola, e il tenere dei limiti ben fermi rispetto all’importanza di andare comunque a scuola e affrontare il problema.

Alcune frasi utili potrebbero essere: “so che è molto difficile e che stai male, ma tutti e due sappiamo che è Ansia, e che puoi superarla”.
Come genitore so che ti trovi a dover fronteggiare anche la tua quota di ansia, non solo quella di tuo figlio o tua figlia.

Quanto disagio provi nel vedere tuo figlio così in difficoltà? Quanto ti imbarazza sapere che potrebbe stare male in classe, non essere capito? fare una brutta figura?
Sono tutte preoccupazioni legittime che hanno il diritto di esistere ed essere ascoltate.

In questo senso è importante che anche tu come genitore ti concedi la possibilità di chiedere aiuto ad un esperto se ne senti il bisogno.
Insieme possiamo trovare il modo di affrontare la tua ansia e quella di tuo figlio.

Se vuoi avere maggiori informazioni, o desideri prenotare un appuntamento di persona non esitare a contattarmi.

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